Come si fa a scrivere un libro: la mia guida pratica

da | 11-06-24 | Tecniche di scrittura

Stai cercando di capire come si fa a scrivere un libro ma non trovi nulla di pratico e applicabile sin da subito? Oggi voglio condividere con te il mio metodo. In cinque tappe, riuscirai a raggiungere il tanto ambito obiettivo: terminare la tua opera e farla valutare da una casa editrice. Ma perché è importante seguire un processo di lavoro ben definito? Come avrai già potuto notare, nel caso in cui tu abbia già iniziato a scrivere, se non hai le idee chiare su ciò che vuoi comunicare non potrai andare molto lontano con la scrittura. 

Continua a leggere questo articolo per scoprire come si fa a scrivere un libro.

Inizia a documentarti

libro vintage, occhiali da vista e orologio attempato

La documentazione è una fase essenziale soprattutto per i romanzi storici, in cui sono specializzato, ma è importante per tutti i generi letterari. Anche se stiamo ambientando un romanzo ai giorni nostri e nella nostra città, potremmo dover cercare informazioni sul meteo, sui mezzi pubblici, su una particolare professione ecc. 

Da dove iniziare a documentarsi però? 

Il mio consiglio è quello di iniziare dal generale e scendere sempre di più nel particolare. Se, per esempio, devo iniziare a documentarmi sulla Seconda Guerra Mondiale, non inizierò da un saggio focalizzato sull’assedio di Stalingrado, bensì da un manuale che possa contestualizzare il periodo storico. Anche un manuale scolastico potrà andare bene.

L’importante è prendere quanti più appunti possibile, anche su cose che ci sembrano irrilevanti. Meglio dover scremare materiale raccolto in sovrabbondanza, piuttosto che dover rimettersi alla ricerca di un’informazione che non ci siamo segnati!

Sviluppiamo l’idea

Una volta che abbiamo raccolto materiale a sufficienza, è arrivato il momento di sviluppare l’idea. A questo punto, però, ci troviamo di fronte a un bivio. Potresti, infatti, aver iniziato la documentazione con già un’idea in mente, oppure potresti averla iniziata senza nessuna idea specifica. Come ci regoliamo in questi due casi diversi?

Situazione 1: avevo già un’idea prima di documentarmi

Iniziare la documentazione con un’idea già in mente non è la situazione ottimale: ma non preoccuparti, non è nulla di irrimediabile! 

Il problema in questo caso consiste nel fatto che potremmo dover modificare l’idea sulla base delle nuove informazioni acquisite. Se, per esempio, il protagonista del nostro romanzo ambientato nell’antica Roma repubblicana abita vicino al Colosseo, e documentandoci scopriamo che il Colosseo in quel periodo non esisteva ancora, saremo costretti a rivedere questo aspetto. 

Se siamo fortunati e la presenza del Colosseo non è un elemento strutturale, ci basterà sostituirlo a ciò che effettivamente era presente all’epoca; altrimenti dovremo rivedere un po’ la nostra idea. Nel peggiore dei casi – ma per fortuna sono abbastanza rari – possiamo arrivare perfino a dover cestinare del tutto la nostra idea poiché completamente sbagliata.

Situazione 2: non avevo nessuna idea prima di documentarmi

Questa, invece, è la situazione ideale. Iniziando la documentazione senza nessuna idea in mente, possiamo sfruttare gli stimoli che questa attività ci darà per far nascere idee credibili e pronte da scrivere

L’unica cosa che dovremo fare sarà raccogliere gli spunti che ci sembrano più convincenti e scremarli mano a mano fino a ottenere l’idea che starà alla base del nostro romanzo.

Si inizia subito a scrivere?

Qualunque sia la nostra situazione, ora dovremmo essere in possesso di un’idea valida, corretta e coerente, che vogliamo sviluppare in un romanzo. Iniziamo subito a scrivere?

Nein. Lo so che sei impaziente e che i tuoi polpastrelli fremono sui pulsanti della tastiera, ma prima di iniziare la stesura del romanzo dobbiamo dare forma all’idea. Dobbiamo farla uscire dall’astrattezza della nostra testa e donarle concretezza. E come si fa a scrivere un libro partendo dall’idea?

Si fa scrivendo un canovaccio. Per canovaccio intendo un riassunto di quella che sarà la trama del romanzo, una sorta di sinossi “anticipata”, funzionale non alla presentazione del libro a un editore, bensì a sapere a grandi linee il contenuto del tuo romanzo. 

Ci sono molti modi per scrivere questo tipo di documento (e non è questa la sede per affrontare in dettaglio l’argomento): l’importante è che tu espanda la tua idea dall’inizio alla fine. Per aiutarti, ti consiglio di seguire la struttura a tre atti, in particolare applicata ai modelli narrativi elaborati da Dara Marks nel suo L’arco di trasformazione del personaggio e da Blake Snyder nel suo Save the cat!: se vuoi veramente sapere come si fa a scrivere un libro, sono materiali che non puoi perderti. 

La tanto odiata scaletta

Una volta ottenuto il nostro canovaccio di circa 1-2 pagine Word, possiamo passare al punto più delicato e controverso di tutto il nostro processo: la tanto odiata scaletta. Tu mi hai chiesto come si fa a scrivere un libro, quindi io ti rispondo che la scaletta è qualcosa di essenziale, non c’è scampo!

Lo so che stai sbuffando, ma scrivere una scaletta ti metterà al riparo da tutta una serie di problemi. Fra questi il non saper cosa inserire in un capitolo e il conseguente blocco dello scrittore, scrivere qualcosa di incongruente con quanto precede, riempire il libro di scene che non hanno una vera utilità narrativa, e così via.

Non servirà elaborare chissà quale schema complicato, né infarcirla di informazioni troppo dettagliate, se ciò non ti fa sentire a tuo agio. L’importante è avere chiaro il numero dei capitoli e ciò che succede all’interno di essi. Basandoti sempre sul modello narrativo che hai scelto per la stesura del canovaccio.

Se stringi i denti in questa fase noiosa e complessa, poi potrai liberare tutta la tua creatività durante la stesura.

La stesura: finalmente iniziamo a scrivere!

Siamo finalmente giunti al momento che tanto aspettavi: ovvero iniziare a scrivere la prima stesura del tuo romanzo!

Se finora avrai seguito correttamente tutti i passaggi di questa guida su come si fa a scrivere un libro, ora dovresti trovarti in possesso di una scaletta più o meno dettagliata, derivata dal canovaccio e dal precedente lavoro di documentazione, che ti servirà da traccia per la tua prima stesura. Quest’ultima, al contrario di come molti autori e autrici sono soliti fare, dovrà seguire un processo lineare: dall’inizio alla fine, senza mai tornare indietro a correggere. Questo per diversi motivi.

Revisione infinita

Quello principale è che correggere quello che hai già scritto ti espone al rischio di bloccarti. Se non ti disciplini sotto questo punto di vista, potrai sperimentare la tentazione di revisionare un capitolo o un paragrafo finché non arriverà a soddisfarti; ma questa soddisfazione potrebbe non arrivare mai.

Incoerenza

Inoltre, procedere in modo non lineare ti farà perdere contatto con ciò che stai scrivendo. In altre parole, tornando indietro per modificare ciò che hai scritto corri il rischio di aggiungere elementi incoerenti con ciò che verrà dopo (e te ne accorgerai solo in un secondo momento).

Al contrario, procedere in modo lineare dall’inizio alla fine, senza mai fermarti, donerà fluidità e coerenza alla tua prosa. Potrai dare sfogo alla tua libertà creativa, senza più la gabbia e le limitazioni della scaletta, e questo farà anche in modo che terminerai la prima stesura in un lasso di tempo relativamente breve. Riuscire a fare ciò è molto importante: prima avrai un testo compiuto, dall’inizio alla fine, e meno correrai il rischio di incappare in blocchi di varia natura.

Tanti refusi, ma fondamenta solide

Certo, scrivere in questo modo farà sì che la tua prima bozza sarà stilisticamente insufficiente, piena di refusi, frasi scritte male e periodi senza capo né coda. Ma non preoccuparti: questo è il motivo per cui sarà così importante la revisione!

L’importanza della revisione

revisione di un testo

Se per molte persone l’atto di scrivere un romanzo inizia e finisce nell’ambito della prima stesura, è con la revisione (o seconda stesura) che possiamo iniziare veramente a divertirci. Già, perché sarà in questa fase che andrai a sfruttare tutta la tua abilità narrativa, pulendo e rifinendo ogni frase fino a farla brillare.

L’importante è che, come nel caso della prima stesura, anche la revisione venga fatta in modo lineare, dall’inizio alla fine, per evitare le problematiche di cui abbiamo già parlato. Per questo preferisco parlare di “seconda stesura”. Certo, in questa fase un’indicazione del genere sarà meno stringente, perché magari sarà opportuno rileggere il capitolo nella sua interezza una volta finito di revisionare. Non sarà opportuno, però, tornare a rivedere il capitolo 3 se siamo arrivati al capitolo 27.

La seconda stesura potrebbe richiedere più tempo della prima, ma sarà anche più soddisfacente, perché renderai il testo più vicino a quella che sarà la sua forma finale. 

Beta lettori o editor?

Certo, prima di poter considerare il tuo romanzo pronto per la pubblicazione sarà opportuno farlo leggere in anteprima a un gruppo di lettori scelti appositamente (chiamati beta lettori), oltre che sottoporlo alla revisione di un editor professionista. Ma, una volta terminata questa seconda stesura, potrai senz’altro tirare un sospiro di sollievo, darti una pacca sulla spalla e annunciare a tutti: ora so come si fa a scrivere un libro.

Ho finito di scrivere: e ora?

Siamo giunti finalmente alla conclusione della mia guida pratica su come si fa a scrivere un libro! Certo, avere delle informazioni su come si fa una cosa non basta, bisogna poi saperle applicare alla concretezza del caso reale.

Prima di lasciarti alla tua scrittura, vorrei concludere con alcune raccomandazioni.

Fatto è meglio che perfetto

Prima di tutto, non indulgere nel perfezionismo, malattia che ti può aggredire in tutte le fasi del processo di scrittura. Potresti infatti sperimentare la tentazione di documentarti all’infinito, di rivedere la scaletta finché non ti sembra perfetta, o di revisionare a oltranza le frasi durante la seconda stesura. 

Niente di più sbagliato. 

Il voler consegnare ai nostri lettori un’opera quanto più curata possibile è senza dubbio un intento lodevole, ma non pretendere troppo da te e dalle tue capacità. Il tuo romanzo non sarà perfetto e non deve esserlo. La perfezione esiste solo nel mondo dei sogni.

Al contrario, se sai di essere una persona frettolosa, prenditi più tempo di quello che potresti ritenere necessario. 

Le informazioni non sono mai troppe

Documentati in sovrabbondanza rispetto a quello di cui senti di avere bisogno: avere nozioni extra accrescerà la nostra cultura personale e potrà essere materiale da sfruttare in fase di promozione. Inoltre, elabora una scaletta quanto più dettagliata possibile per evitare di dover aggiungere scene durante la fase di stesura: cosa che potrebbe capitarti in ogni caso, ma che dobbiamo cercare di prevenire quanto più possibile. Cerca soprattutto di non avere fretta e non accelerare troppo i tempi: la scrittura, come una pianta, ha bisogno di tempo e di cure per mettere radici, crescere e sbocciare.

Nella scrittura è (quasi) tutto lecito

Infine, ci terrei a farti una precisazione molto importante: nulla di quanto ho scritto è obbligatorio. Nella scrittura creativa – purtroppo o per fortuna – non esistono leggi certe e immutabili, e l’unica discriminante per applicare certe tecniche è quanto sono funzionali per te e per la tua scrittura.

I miei, infatti, sono semplici consigli dettati dalla mia esperienza quotidiana nel lavoro sui testi altrui, per cui ho avuto modo di verificare di persona quanto sono affidabili. Ma, se per qualsiasi motivo dovessi reputare di non avere bisogno di una scaletta, o dovessi renderti conto di non riuscire in nessun modo a scrivere la stesura in modo lineare, non preoccuparti. Ciò che a me importa come professionista è che tu riesca a scrivere un romanzo di cui tu possa essere orgoglioso, e che ti dia quante più soddisfazioni possibili. Come riuscirai a ottenere questo risultato è di secondaria importanza.

Se questi miei consigli su come si fa a scrivere un libro ti sono tornati utili e hai bisogno di approfondire la questione, prenota ora la tua consulenza conoscitiva gratuita e non perderti i prossimi articoli del blog Penna e calamaio!