Passare dalla documentazione alla stesura non è mai facile. Finite le ricerche, spesso abbiamo mille idee che ci frullano per la testa, che ci sembrano perfette per la nostra storia, e non vediamo l’ora di buttarle giù. Passare direttamente alla stesura, però, non è ottimale. L’entusiasmo per queste idee si esaurisce in fretta alla prima difficoltà e alla prima incongruenza, motivo per cui è necessario procedere con calma e per gradi.
Avevamo già parlato della struttura di un romanzo nel mio articolo Come si fa a scrivere un libro, in cui ti mettevo in guardia dall’iniziare a scrivere senza una scaletta. La scaletta dei capitoli è uno strumento fondamentale per lo sviluppo di un libro (ne parleremo meglio più avanti), ma non è l’unico documento utile per progettare la struttura di un romanzo. Andiamo a scoprire alcuni “trucchi” per prepararli al meglio!
Partiamo dal canovaccio!
Per “canovaccio” intendo un riassunto preliminare della trama del romanzo che vuoi scrivere, dall’inizio alla fine. Come impostazione, è simile alla sinossi (motivo per cui spesso mi piace chiamarla “sinossi anticipata”), ma si differenzia da essa per gli obiettivi che avrà.
Mentre la sinossi è il riassunto di un romanzo già scritto, finalizzato alla presentazione del romanzo presso una casa editrice, un’agenzia letteraria o un editor freelance, il canovaccio è uno strumento di lavoro utile a definire la struttura di un romanzo. Questo vuol dire che non verrà letto da altre persone all’infuori di te.
Tuttavia, questo non vuol dire che potrai scriverlo come capita. Per ottenere il massimo da questo documento, dovrai impostarlo seguendo uno dei modelli di strutturazione delle storie. Te ne consiglio due: l’arco di trasformazione del personaggio e il modello a 15 beat di Save the cat!
L’arco di trasformazione del personaggio: il classico dei classici
Il seguente modello per progettare la struttura di un romanzo, teorizzato da Dara Marks nel suo omonimo saggio, è uno dei più apprezzati. Nonché, a mio avviso, uno dei più funzionali. Deriva direttamente dalla teorizzazione dei tre atti aristotelici, che risalgono agli albori della storia della letteratura, adattati ovviamente ai mezzi narrativi contemporanei: cinema, televisione e romanzi.
Ti consiglio di recuperare il saggio completo e di studiarlo. Tuttavia, è un testo sfaccettato e complesso, per cui potrebbe non essere di immediata utilità operativa. Un’ottima sintesi è contenuta in questo articolo (e negli altri che compongono il Corso Base di scrittura creativa e sceneggiatura di Marco Carrara), talmente valida da poter sostituire, in una prima fase di studio, la lettura del saggio completo.
I 15 beat di Save the cat!
Save the cat! del compianto Blake Snyder* è un testo agile e innovativo. Oltre a proporre il famoso trucco di “salvare il gatto” (che però esula dalla progettazione narrativa vera e propria), Snyder elabora una serie di 15 beat che fungono da guida per progettare la struttura di un romanzo.
I “beat” di Snyder sono sostanzialmente analoghi ai “punti di svolta” di Dara Marks. I due modelli, infatti, sono in gran parte sovrapponibili, e molti punti beat/punti di svolta sono in comune. Tuttavia, da questo punto di vista, Snyder è più preciso e individua anche ulteriori beat rispetto a Dara Marks. Quest’ultima, però, ha il merito di aver introdotto un concetto importantissimo, assente in Snyder: il difetto fatale, che ti invito ad approfondire qui!
Come si possono incastrare, però, questi due modelli? E come li puoi sfruttare per scrivere il canovaccio?
Incastriamo i due modelli
Come già anticipato, i modelli di Dara Marks e Blake Snyder sono in gran parte sovrapponibili. Te ne do subito prova scrivendo in grassetto i punti di svolta di Dara Marks e in corsivo i beat di Snyder. Per capire in cosa consistono, ti rimando allo studio dei manuali.
- I atto:
- situazione di normalità/set-up
- incidente scatenante/il catalizzatore
- momento determinante/esposizione del tema
- chiamata all’azione/la disputa
- primo punto di svolta/passaggio al secondo atto
- II atto:
- spinta verso il punto di rottura/linea b
- giochi e divertimento
- midpoint/midpoint
- momento di grazia
- caduta/arrivano i cattivi
- esperienza di morte/tutto è perduto
- notte oscura dell’anima
- III atto:
- momento di trasformazione
- climax/finale
- risoluzione/scena finale
Confrontiamo i due modelli
Come si può notare, le somiglianze sono tante ma ci sono delle differenze. Giochi e divertimento è presente solo in Snyder, mentre in Dara Marks fa parte della “salita” del II atto, mentre il momento di grazia è presente solo in quest’ultima. Infine, il momento notte oscura dell’anima, in Snyder, è parte del II atto, mentre il momento di trasformazione (punto in gran parte analogo) fa parte del III atto.
Come utilizzare, però, questi modelli per scrivere un canovaccio? Più semplice a dirsi che a farsi. Un modo a mio avviso efficiente è quello di scrivere, dopo ogni beat/punto di svolta, lo snodo di trama corrispondente in poche frasi. Se avrai studiato e compreso a fondo i modelli narrativi ti assicuro che non sarà complicato. Una volta scritti tutti i beat, potrai trasformare questo elenco in un unico testo, fluido e coerente: il canovaccio.
Intervista i tuoi protagonisti
Una volta ottenuto lo scheletro della trama, potrai passare al secondo step per progettare la struttura di un romanzo: la scheda dei personaggi. Un documento che sintetizzi le informazioni principali dei protagonisti del tuo libro.
Ci sono molti modi per organizzarlo: c’è chi scrive un elenco puntato, chi delle mappe concettuali, chi delle vere e proprie biografie ecc. A mio avviso, il modo più efficiente è quello di rivolgere ai tuoi protagonisti una serie di domande sulla loro vita: nome, età, aspetto fisico, occupazione, passioni, aspirazioni ecc. Se deciderai di lavorare insieme a me in un percorso di consulenze, sarò io stesso a fornirti questo elenco di domande, che potrai modificare a tuo piacimento.
Infine, una breve biografia potrà essere utile per riassumere in maniera discorsiva le informazioni emerse durante questa “intervista”. Ma perché è così importante questa scheda? E perché va scritta proprio ora?
Quando scrivere la scheda
Anche in questo caso, non ci sono regole ferree e tutto dipenderà dalle tue esigenze specifiche. Tuttavia, scrivere queste schede tra canovaccio e scaletta ti metterà al riparo da alcuni inconvenienti.
Perché queste vadano scritte prima della scaletta è abbastanza evidente: in quella fase, avrai bisogno di sapere ogni singolo dettaglio sui tuoi personaggi. Anche più di quanto ti sarà strettamente utile.
Perché scrivere le schede dopo il canovaccio, però, non potrebbe essere altrettanto intuitivo. Farlo, però, ti eviterà di caratterizzare i tuoi protagonisti in modo poco ottimizzato rispetto alla vicenda. Se non sai nulla della futura trama del romanzo, infatti, non potrai sapere quali informazioni saranno più utili o meno. E potresti sviluppare i tuoi protagonisti in modo incoerente rispetto a quella che sarà la piega degli eventi.
L’iceberg di Hemingway
Ero in dubbio se fare riferimento a questa metafora, vista la sua estrema popolarità, ma è necessaria per il discorso che stiamo affrontando.
Hemingway, infatti, ha teorizzato un principio molto semplice, per cui quello che andrà a finire sulla pagina sarà solo una piccola frazione – la famosa punta dell’iceberg – di quello che invece dovrà conoscere chi scrive. Questo ti permetterà di selezionare, tra i tanti, i dettagli migliori, quelli che rimarranno impressi in chi legge e che, di conseguenza, andranno a suggerirne implicitamente anche di altri.
Si tratta di un discorso ampio e applicabile su molti fronti (tra cui la documentazione). In riferimento ai personaggi, questo vuol dire che dovrai conoscere ogni cosa su di loro. Anche ciò che non comparirà sulla pagina. Saperlo, ti permetterà comunque di avere più consapevolezza nei loro confronti e di caratterizzarli in modo più sfaccettato.
Esplora i luoghi del tuo romanzo
Anche le schede dei luoghi sono utili per definire meglio la struttura di un romanzo e avere informazioni sugli ambienti che ospiteranno le tue vicende.
Così come per i personaggi andrai a fare la scheda solo dei protagonisti, anche per i luoghi andrai a raccogliere informazioni solo su quelli principali e ricorrenti. Mentre sugli altri, basteranno pochi appunti anche meno sistematici.
Informazioni utili da raccogliere possono essere ampiezza, conformazione del territorio, flora e fauna (se si parla di luoghi naturali) o popolazione, dimensioni, edifici importanti, amministrazione (se si parla di luoghi urbani).
Potrai inoltre andare più nello specifico in caso di edifici importanti in cui è ambientato il romanzo, come per esempio brevi cenni storici, architettura e decorazioni, proprietari precedenti ecc.
La tanto odiata scaletta (pt. 3)
Non spenderò ulteriori parole sull’importanza della scaletta per imbastire la struttura di un romanzo (ti rimando ai miei articoli Come si fa a scrivere un libro e Come si scrive un romanzo storico). Mi aspetto perciò di averti già convinto sulla sua estrema utilità! In questo articolo, mi limiterò a suggerirti alcune indicazioni pratiche su come scriverla e organizzarla.
Come si scrive una scaletta?
A costo di essere ripetitivo, anche in questo caso non c’è un modo univoco per buttarla giù! C’è chi è talmente dettagliato da arrivare a scrivere una sorta di “stesura zero”, chi invece si limita a qualche appunto sparso e affida il resto al potere della stesura.
Come in molti altri casi, a mio avviso in medio stat virtus. La scaletta, infatti, dovrà essere sufficientemente dettagliata da permetterti di avere un quadro chiaro delle scene che dovrai scrivere, ma non così tanto da richiederti una quantità di tempo spropositata.
Dovrà, inoltre, avere un tono asciutto e schematico, e possedere tutte le informazioni necessarie: luogo, tempo, personaggi, informazioni ottenute dalla seconda fase di documentazione ecc. In sostanza, il suo aspetto sarà simile a quello di una sceneggiatura cinematografica, senza ovviamente i dialoghi e le note strettamente tecniche.
Quali scene scrivere per prime?
Un problema che mi viene sottoposto spesso è relativo a quali scene scrivere per prime. Bisogna cominciare dalla prima e terminare con l’ultima, o si può andare random?
Se per la stesura la raccomandazione stringente che ti faccio è quella di procedere in modo lineare (per i motivi che ti spiego qui!), per la scaletta si può procedere in modo più libero. Questo perché non stai effettivamente scrivendo, quindi vengono meno questioni sul flusso di scrittura, sulla coerenza interna alla scena, sul rischio di blocco ecc.
Un metodo a mio avviso funzionale è quello di iniziare dalle scene principali: quelle in corrispondenza dei punti di svolta e dei beat che abbiamo visto prima. Una volta progettate queste, potrai andare a definire le scene “di passaggio” (che però non dovranno mai essere inutili!) e saltare avanti e indietro per posizionare, per esempio, semine e mietiture sui colpi di scena.
Trova il tuo metodo
In questo articolo, ti ho illustrato quello che ritengo il “metodo standard” più efficiente per organizzare la struttura di un romanzo in tempi rapidi ed evitando intoppi. Abbiamo visto cos’è un canovaccio e cosa deve contenere, l’importanza di conoscere tutto sui tuoi personaggi e i luoghi del romanzo, e infine come impostare e scrivere una scaletta.
Tuttavia, proprio perché si tratta di un “metodo standard”, ti invito a personalizzarlo sulla base delle tue esigenze. Alla fine, l’obiettivo di una progettazione non è avere la struttura di un romanzo e basta, perché non sarà ciò che i lettori leggeranno. L’obiettivo di una progettazione, invece, è aiutarti a scrivere il tuo romanzo nel miglior modo possibile, senza intoppi. Per cui, trova il modo per te migliore per raggiungere questo obiettivo.
Se poi vorrai consigli più specifici su come organizzarela struttura del tuo romanzo, prenota una consulenza gratuita e parliamone insieme!
*Se conosci l’inglese, ti consiglio anche la versione per romanzi Save the cat! Writes a novel di Jessica Brody. Il contenuto è lo stesso, ma privo di indicazioni specifiche per il cinema che invece sono presenti nel manuale di Snyder.